A circa due chilometri dal centro storico sorge, dedicata alla Vergine sotto il titolo di “A Matri ‘a Razia” [“La madre della Grazia”], una chiesetta molto piccola e semplice, che conserva un affresco raffigurante la Madonna col Bambino, cioè la madre di Colui che con la sua venuta nel mondo è l’espressione e la personificazione della Grazia, mistero profondo dell’amore gratuito e immenso di Dio verso l’umanità.
Con questo titolo Maria è onorata nello stesso giorno assegnato dalla Chiesa alla festa della Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta, il trentuno maggio secondo l’attuale calendario liturgico, il due luglio secondo quello antico.
A Santo Stefano si rispettano entrambe le date, ma a livello popolare è più sentita quella tradizionale di luglio, giorno in cui si raccoglie il primo origano della stagione e si festeggia l’onomastico delle donne che portano il nome di Grazia, Graziella, Maria Grazia, e dei pochi uomini chiamati Orazio, adattamento maschile di Grazia, nome poco indicato per un uomo.
All’alba si parte in pellegrinaggio oggi a piedi o in macchina, un tempo nella maggior parte dei casi a piedi scalzi e con la recitazione di uno speciale rosario in cui le avemarie erano sostituite dall’invocazione:
“A vui viegnu pi grazi,
Madonna ri li razi”
(Vengo da voi per grazie, Madonna delle Grazie.)
Solo per alcuni anni si realizzò una festa esterna che durava tutta la giornata e si concludeva con la processione dell’immagine di Maria attraverso i campi.